Categoria catastale C/3 laboratorio: la guida completa

A cosa corrisponde la Categoria catastale C3 e quali sono le sue caratteristiche

La categoria catastale C/3 rappresenta una delle classificazioni più comuni nel panorama immobiliare italiano, identificando una vasta gamma di locali e laboratori adibiti ad attività artigianali. Ma cosa si cela dietro questa sigla? Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono questi immobili? E quali sono le implicazioni fiscali e normative legate alla categoria C3? In questo articolo faremo chiarezza su tutti questi aspetti, analizzando nel dettaglio il mondo degli immobili C3 e le loro peculiarità.

indice

categoria catastale c3 laboratorio tipo

Categoria catastale c3 cos’è 

La categoria catastale C/3 identifica specificamente locali adibiti ad attività artigianali, generalmente chiamati laboratori per arti e mestieri, dove materie prime o semilavorati vengono trasformati in prodotti finiti destinati alla vendita. A differenza di altre categorie, per assegnare la classificazione C/3 è importante considerare il tipo di attività svolta all’interno dell’edificio e la destinazione d’uso prevalente come laboratorio artigianale. In questa categoria rientrano laboratori di falegnameria, fabbri, calzoleria, vetreria, carrozzeria, elettrauto e altre attività analoghe, purché l’uso principale dell’immobile sia coerente con la piccola attività artigianale.

Categoria catastale C/3 e IMU

Per la categoria catastale C/3 va sottolineato che, di norma, non sono previste esenzioni per gli immobili classificati in questa categoria. Ciò significa che il proprietario di un laboratorio o officina iscritto a questa categoria è tenuto al pagamento dell’IMU.

Per calcolare l’IMU sul proprio immobile classificato in categoria C/3, è necessario conoscere tre dati fondamentali: la rendita catastale, l’aliquota IMU stabilita dal Comune e il coefficiente catastale (che per la categoria C/3 è 140).

Categoria catastale C/3 pertinenza

Gli immobili classificati in questa categoria, in generale, non sono considerati pertinenze dell’abitazione principale e, di conseguenza, non beneficiano delle relative agevolazioni IMU. Tuttavia, la classificazione catastale non è sempre definitiva e può essere oggetto di verifica.

Nel caso specifico di un immobile C/3 è fondamentale valutare se le sue caratteristiche e la sua destinazione d’uso lo rendano assimilabile a un magazzino (categoria C/2). Quest’ultimo, se effettivamente utilizzato come pertinenza dell’abitazione principale, potrebbe rientrare nelle esenzioni IMU. Art. 1, comma 741, lett. b), terzo periodo della legge n. 160 del 2019

È importante sottolineare che la normativa fiscale relativa all’IMU è complessa e soggetta a frequenti aggiornamenti. Per una valutazione precisa e personalizzata della tua situazione, si consiglia vivamente di rivolgersi a un professionista del settore in grado di analizzare la documentazione catastale e tecnica dell’immobile e di fornire una consulenza specifica.

Quali sono i requisiti della categoria? 

La categoria catastale C/3 è riservata ad immobili adibiti ad attività artigianali, come descritto sopra. Affinché un immobile possa essere classificato come C/3, deve presentare alcune caratteristiche specifiche:

Caratteristiche distributive: L’immobile deve avere caratteristiche adatte allo svolgimento dell’attività artigianale, come spazi per la lavorazione, il magazzinaggio delle materie prime e dei prodotti finiti.

Destinazione d’uso: La destinazione urbanistica dell’immobile, a livello comunale, deve essere laboratorio.

Dimensioni: La dimensione del laboratorio è un fattore determinante nella classificazione catastale. Superati i 700-800 mq circa, è opportuno valutare attentamente se l’attività svolta all’interno non sia più ascrivibile alla categoria industriale (D/1 o D/7), in quanto le dimensioni potrebbero suggerire una produzione su scala più ampia.

Attività svolta: E’ importante che l’attività svolta all’interno dell’immobile sia artigianale, dove materie prime o semilavorati vengono trasformati in prodotti finiti. Se l’attività fosse solo di stoccaggio materiale allora si potrebbe pensare di inquadrare l’immobile come magazzino ovvero categoria catastale C/2.

Mancanza di adattamenti per la vendita al dettaglio: Anche se l’artigiano può vendere direttamente al pubblico, l’immobile non deve presentare gli adattamenti tipici delle botteghe, come vetrine o espositori.

L’ubicazione, al contrario di quando scritto in altri articoli presenti in internet, non ha alcuna rilevanza.