Come cambiare la destinazione d’uso degli immobili C/3?

Trasformare un laboratorio (C3) in una casa ecco una guida pratica

Molti sognano di vivere in spazi unici e caratteristici, come i loft industriali spesso classificati come categoria catastale C/3. Questi ambienti, con i loro soffitti alti e le ampie vetrate, offrono un fascino innegabile. Tuttavia, è fondamentale sapere che un locale C/3 è destinato per legge ad attività artigianali o di laboratorio, non alla residenza.

Indice

cambio di destinazione d'uso da laboratorio C3 ad abitazione

Perché non posso abitare subito in un locale C/3?

La categoria catastale C/3 è specificamente riservata a locali destinati ad attività artigianali e di laboratorio. Ciò significa che questi spazi sono progettati e regolati per ospitare lavorazioni specifiche, e non sono necessariamente adatti o sicuri per la residenza. Inoltre non è possibilie indicare come residenza principale un immobile censito come laboratorio.

Solo la categoria catastale A è riservata agli immobili ad uso abitativo. Pertanto, per trasformare un locale in categoria C3 in una casa, è necessario effettuare una variazione per cambio di destinazione d’uso. Questa procedura ha lo scopo di adeguare l’immobile ai requisiti richiesti per la residenza e di ottenere le relative autorizzazioni.

Quali sono i passi da seguire per il cambio di destinazione?

  1. Valutazione della fattibilità: Non tutti i locali C3 possono essere trasformati in abitazioni. È necessario verificare che lo spazio rispetti le norme urbanistiche e edilizie del comune in cui si trova, in particolare per quanto riguarda:
    • Superficie minima: Ogni comune ha dei requisiti minimi di superficie per le abitazioni.
    • Altezza dei soffitti: Devono essere sufficienti per garantire un adeguato comfort abitativo.
    • Presenza di impianti: È fondamentale verificare lo stato degli impianti elettrici, idraulici, fognario e di riscaldamento.
    • Aerazione e illuminazione: Gli ambienti devono essere sufficientemente aerati e illuminati.
  2. Progetto di ristrutturazione: Una volta accertata la fattibilità, è necessario elaborare un progetto di ristrutturazione che preveda tutti gli interventi necessari per adeguare l’immobile alla nuova destinazione d’uso. Il progetto dovrà essere presentato al Comune per mezzo di un tecnico abilitato.
  3. Agibilità: Concluso i lavori di ristrutturazione, dovrà essere presentata la richiesta di agibilità per la vostra nuova abitazione prima di poterla utilizzare come tale.
  4. Pratica catastale: Come ultimo passaggio, sarà necessario aggiornare la planimetria catastale e richiedere il cambio di categoria catastale da C/3 ad A, all’Agenzia delle Entrate.

Cambio di destinazione d’uso da C/3 ad abitazione : cosa bisogna considerare?

  • Compatibilità urbanistiche: Il Comune in cui si trova l’immobile definisce le zone e le destinazioni d’uso consentite. È fondamentale verificare se il cambio di destinazione d’uso è ammesso nel tuo caso specifico. Inoltre l’immobile potrebbe essere soggetto a vincoli storici, paesaggistici o ambientali che limitano o impediscono il cambio di destinazione d’uso.
  • Costi: Oltre ai costi dei lavori di ristrutturazione, bisogna considerare gli oneri per il passaggio da locale artigianale ad abitativo e le spese tecniche per le pratiche edilizie e catastali.
  • Tempi: I tempi per completare la procedura possono variare notevolmente a seconda della complessità dell’intervento e della burocrazia del comune.

E’ obbligatorio rivolgersi a un professionista?

La risposta è sì. La trasformazione di un locale C3 in abitazione è una pratica complessa che richiede competenze specifiche. Sarà obbligatorio rivolgersi ad un professionista abilitato (architetto, ingegnere e geometra) il quale si farà carico dei seguenti impegni:

Valutare la fattibilità del progetto: Il professionista potrà analizzare lo stato dell’immobile e verificare la conformità alle normative vigenti.

Elaborare un progetto di ristrutturazione: Un progetto ben strutturato è fondamentale per ottenere i permessi necessari.

Seguire tutte le pratiche amministrative: Il professionista si occuperà di presentare le richieste al comune e di gestire tutte le pratiche burocratiche.

Un consiglio per il cambio di destinazione

Vista la necessità di contattare un professionista, ti consiglio di farlo ancor prima di buttarti a capofitto nell’acquisto di un ex laboratorio per trasformarlo in casa. Un tecnico, infatti, può darti un’occhiata e dirti subito se l’immobile fa al caso tuo e quanto ti costerà di massima ristrutturarlo. Considera che non è sempre possibile effettuare questa procedura inoltre ci sono un sacco di cose da valutare, come lo stato della copertura, gli scarichi e altre piccole grandi rogne, che possono far lievitare la spesa se non le conosci.

Cambio destinazione d’uso da laboratorio a deposito

Il cambio da laboratorio (C/3) a deposito (C/2) comporta una variazione della destinazione d’uso dell’immobile e, di conseguenza, la necessità di avviare un iter burocratico che prevede due fasi principali. In primo luogo, è necessario presentare al Comune la richiesta di cambio di destinazione d’uso, allegando tutta la documentazione necessaria. Solo successivamente, una volta ottenuta l’autorizzazione comunale, si potrà procedere con la variazione catastale, aggiornando così la classificazione dell’immobile e la relativa documentazione fiscale.

Possibili problemi con variazione catastale per il passaggio da C/3 a C/2

Può succedere che dal punto di vista catastale questa variazione non venganon venga registrata correttamente. L’Agenzia delle Entrate non valuta l’imobile per l’utilizzo o la destinazione urbanistica ma per la tipologia dell’immobile. Spesso ci si ritrova nella situazione di avere un magazzino all’uso ed ai fini urbanistici ma di dover pagare le tasse come se fosse un laboratorio. Purtroppo, non sempre è facile convincere l’Agenzia delle Entrate a modificare la classificazione catastale, e in alcuni casi può essere necessario ricorrere a procedure più complesse.